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Differenze tra maschi e femmine nell’autismo

La sindrome dello spettro autistico colpisce i bambini maschi in un rapporto di 4 a 1 rispetto alle femmine. In generale, si afferma che vengano colpiti 1 su 42 ragazzi e 1 su 189 ragazze con un variare dell’incidenza complessiva da 1 a 68 bambini e da 1 a 150 bambine.

Numerosi indici epidemiologici ci fanno dedurre che ci sia una base genetica alla base dell’autismo. Vi sono cause genetiche complesse e i fattori ambientali hanno un ruolo nello sviluppo di comportamenti autistici solo in persone già geneticamente predisposte.
In una ricerca apparsa sulla rivista americana “ American Journal of Human Genetics” nel 2014 l’autore Sébastien Jacquemont dell’università di Losanna e colleghi hanno analizzato campioni di DNA raccolti in 16.000 soggetti con disturbo del neurosviluppo e in circa 800 famiglie in cui almeno un membro è autistico, tenendo in considerazione due specifiche mutazioni genetiche, il numero di copie di interi geni e le variazioni dei singoli nucleotidi, ossia gli anelli che costituiscono la catena del DNA .

A conclusione della ricerca, Jacquemont afferma che ci siano a parità di mutazioni genetiche, diversi livelli di suscettibilità alla malattia da cui le donne trarrebbero maggiori vantaggi. Queste ultime, hanno una sorta di “soglia protettiva” più elevata rispetto ai maschi, quindi sono necessarie un maggior numero di mutazioni genetiche affinché questi disturbi si manifestino.

Un altro fattore di indiscutibile rilevanza è la diagnosi in quanto pare infatti che lo stesso disturbo si presenti in maniera diversa nelle persone di sesso femminile che potrebbero quindi essere sotto diagnosticate. Sembra, ad esempio, che alcune forme d’ansia tipiche dei soggetti femminili abbiano dal punto di vista neurologico caratteristiche molto similari rispetto alla sindrome dello spettro autistico.

A concludere, prendiamo in esame lo studio condotto dalla dottoressa Christine Wu Nordhal della University of California di Davis su 112 maschi e 27 femmine di età fra i 3 e i 5 anni con sindrome dello spettro autistico e 53 bambini e 29 bambine normotipici. In questa ricerca si fa largo l’ipotesi che ci possano essere delle differenze sia nelle regioni che proiettano alla corteccia frontale superiore perché più piccole, sia delle differenze nella regione del corpo calloso, ossia la regione che collega emisfero destro e sinistro, tra bambine e bambini autistici, in particolare nei lobi frontali.
In una ricerca analoga presentata all’Imfar (international Meeting for Autism Research) Nordhal ha evidenziato che le ragazze con autismo si discostano maggiormente dalle ragazze con sviluppo tipico, rispetto ai coetanei di sesso maschile, per una maggiore difficoltà sociale.

Quanto scoperto, aggiunge però la dottoressa dovrebbe essere confermato da ulteriori studi.
Risultati di questo tipo ci ricordano come l’individualizzazione del processo di trattamento e di diagnosi sia di fondamentale importanza in modo particolare per i soggetti di sesso femminile che presentano caratteristiche specifiche.

Dott.ssa Federica Precoma 
EDUCATRICE

Per le fonti complete visita il sito:
https://www.cell.com/ajhg/fulltext/S0002-9297(14)00059-7
https://molecularautism.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13229-015-0005-4

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