Nei disturbi dello spettro autistico una diagnosi
precoce rappresenta uno dei pilastri per l’intervento educativo, in quanto una
terapia tempestiva in un bambino ha dei profondi benefici per il ragazzo e l’adulto
che egli diverrà.
Secondo l’Osservatorio Nazionale italiano per il monitoraggio dei disturbi
dello spettro autistico l’età media della diagnosi nel nostro paese è tra i 4 e
i 5 anni.
E se tale età potesse radicalmente calare con una diagnosi emessa entro i 12 mesi?
Potrebbe portare a un
rilevamento più precoce e quindi a un trattamento migliore?
Tali quesiti trovano risposta
nella concretezza in un’app, la “Earlysee”.

Con tale strumento si
diminuisce l’età della diagnosi e della successiva presa in carico.
COME FUNZIONA
L’APP?
La telecamera del cellulare rileva elementi specifici del bambino
mentre guarda un video di 40 secondi in cui sono inseriti alcuni stimoli
visivi.
Uno degli elementi interessanti di tale strumento consiste nel
fatto che l’ambiente in cui è svolto è assolutamente naturale per il bambino.
Successivamente la registrazione sarà inviata al centro di ricerca
universitario per la valutazione.
Attraverso l’analisi multidimensionale di elementi fisici come
l’espressione facciale, lo sguardo fisso, i movimenti oculari, le emozioni e le
reazioni del bambino è possibile svolgere una diagnosi oggettiva per il rischio
di autismo nel soggetto valutato.
La risposta di tale valutazione sarà inviata entro due o quattro
settimane.
I ricercatori affermano che l’app e la successiva valutazione ha un tasso di accuratezza del 97%,
sottolineando che essa non è sostitutiva rispetto ai test clinici utilizzati
per la diagnosi ma rappresenta una nuova modalità da utilizzare in primo luogo
dai genitori che diventano ancora una volta attori attivi
nel percorso del proprio figlio.
Dott.ssa Cristina Basso
EDUCATRICE
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